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Famiglia Rocca

Gli “Amici del Sidamo” è un’Associazione di Volontariato - Onlus, che dal 1983
collabora con i salesiani in Etiopia nella gestione di progetti di sviluppo a favore di
bambini vulnerabili, ragazzi di strada, ragazze madri, donne abbandonate o vedove
con figli a carico. Inoltre, sempre in Etiopia collabora con progetti gestiti da altre
congregazioni (come con le Suore di Madre Teresa in Addis Abeba) o che dipendono
dalla diocesi.
Gli obiettivi degli “Amici del Sidamo” sono molteplici:
- effettuare lavori vari per raccogliere offerte da inviare in Etiopia per i nostri
progetti durante la settimana, campi di lavoro nei fine settimana, campi di lavoro
settimanali nei periodi di vacanza/ferie.
- promuovere in Italia una vita all’insegna della sobrietà, essenzialità, riciclo, con la
convinzione che le risorse non si possono sprecare e che il nostro stile di vita egoista
e consumistico sia in gran parte responsabile delle disuguaglianze e ingiustizie fra
Nord e Sud del mondo
- fare sperimentare ai giovani la bellezza della vita di missione per un mese durante
l’estate e prepararli successivamente per esperienze più lunghe di 3-6 mesi, fino a
partenze a tempo indeterminato.

Dopo avere fatto volontariato in Italia per alcuni anni, nel 1992, io, Barbara, ho
deciso di trascorrere 1 mese in Etiopia, e a quello sono seguite altre 2 esperienze a
tempo più lungo, durante il mio percorso universitario, di 5 e 3 mesi, che hanno
fatto maturare in me la voglia di partire per un tempo indeterminato, avvenuta a
Giugno 2000, dopo essermi specializzata a Milano in Malattie infettive e aver
completato un corso in Inghilterra di Medicina Tropicale.
Dopo aver seguito un corso di amarico di circa 4 mesi in Addis Abeba, ospite di una
missione salesiana, ho svolto quasi 2 anni di servizio in una clinica della chiesa
cattolica, ospite della suore Francescane Missionarie di Maria, a più di 2600 mt di
altezza, tra le colline dei Gugi, in un contesto molto essenziale, freddo e nebbioso,
con poche ore al giorno di corrente elettrica grazie al generatore della missione,
senza telefono nè rete internet, con la possibilità di comunicare solo attraverso una
ricetrasmittente con altre 2 comunità di suore presenti nel paese.

Non è stato facile adattarsi a fare il medico senza esami di laboratorio (o quasi) ed
esami strumentali, ma basandosi essenzialmente sui sintomi, da sola, senza
possibilità di confronto con colleghi o altri volontari degli “Amici del Sidamo”.

A giugno 2002 mi sono trasferita ad Abobo, nella Regione del Gambella, a circa 400
metri slm e 850 km da Addis Abeba, raggiungibile su pista con un fuoristrada in circa
24-28 ore dove, insieme ad alcuni amici medici anch’essi in Etiopia da anni, abbiamo
attivato un centro di salute, costruito dal governo etiopico un paio di anni prima e
ancora chiuso nel 2002 per carenza di personale e di budget. Qui, essendo parte di
una comunità di medici italiani e spagnoli, la fatica della convivenza è stata minore,
ma le condizioni climatiche estreme con temperatura molto elevate e un tasso
d’umidità molto elevato per molti mesi dell’anno hanno reso la permanenza non
sempre facile. Anche qui la fatica e la solitudine non sono mancate, ma le
soddisfazioni cliniche sul lavoro e il senso di appartenenza ad un progetto sanitario
appena avviato e ad una comunità cristiana in formazione sono stati così trainanti
da far passare in secondo piano qualsiasi fatica.

Io, Franco, sono arrivato ad Abobo a Gennaio 2004, nel bel mezzo di una guerra
civile. Non era la prima volta che mi recavo in missione avendo già vissuto due
esperienze in Camerum e 1 in Etiopia ad Addis Abeba nel 2001 come volontario degli
“Amici del Sidamo”. Avrei dovuto fermarmi 3 mesi, con l’obiettivo di costruire un
garage per le macchine della missione ma, dopo meno di 2 mesi insieme a Barbara e
Mariateresa, l’altro medico presente in quel momento ad Abobo, abbiamo dovuto
lasciare la missione e il centro di salute, per un aggravarsi del conflitto armato. Un
vero peccato vistoche mi ero subito sentito a casa… La mia esperienza si sarebbe
conclusa probabilmente così se non fosse successo che io e Barbara ci fossimo
innamorati… La vita e gli impegni, però, mi richiamavano in Italia e così ad Aprile ci
siamo separati, per rivederci poi a Ottobre e cercare di fare chiarezza sull’amore che
ci legava. In quei pochi mesi trascorsi ancora insieme ad Abobo abbiamo deciso che
avremmo voluto fidarci dei sentimenti che provavamo a vicenda e del Signore che
aveva messo l’uno sulla strada dell’altro e quindi …a Luglio 2005 ci siamo sposati.
Dopo solo 2 settimane dalle nozze siamo quindi tornati insieme in Etiopia ad Abobo
dove insieme abbiamo continuato a offrire la nostra professionalità, la nostra
debole fede e il nostro entusiasmo per cercare di contribuire al miglioramento
della vita di quanti ci avevano accolto e fatto sentire uno di loro.

Sono stati anni molto ricchi e belli, anche perché potevamo condividere
l’esperienza della vita in missione con un gran numero di altri volontari degli
“Amici del Sidamo”, che come singoli o coppie vivevano una situazione simile alla
nostra nelle altre missioni o progetti presenti in Addis Abeba e Zway. Ci trovavamo
abitualmente per un incontro di 2-3 giorni ogni 3-4 mesi e 1 volta all’anno
organizzavamo un ritiro di una settimana, al quale partecipavamo oltre a noi
volontari in Etiopia anche membri dell’associazione provenienti dall’Italia, per
sostenerci e non farci sentire da soli. Si era formata negli anni una bella comunità di
volontari (di 8-12 volontari), alcuni dei quali con figli piccoli o in età scolare.
Nel 2009 anche la nostra famiglia si è allargata con l’arrivo di Natnael e 2 anni
dopo di Mekdes, adottati dall’orfanatrofio delle suore di Madre Teresa in Addis
Abeba. Con loro siamo rimasti in Etiopia fino quasi la fine del 2013, per poi rientrare
definitivamente in Italia. L’esperienza d’incontro dell’altro e accoglienza vissuta in
Etiopia non poteva, però, essere cancellata dal nostro arrivo qui e quindi anche
nella scelta professionale abbiamo optato per scelte analoghe.
Io Barbara ho deciso di occuparmi di Cure Palliative, per un percorso umano di
accompagnamento dei pazienti nelle fasi terminali della loro vita, mentre io Franco,
ho deciso di abbandonare l’edilizia per lavorare in una cooperativa sociale
d’inserimento al lavoro di persone disagiate. Nel nostro tempo libero, che è sempre
poco fra lavoro e figli, continuiamo a far parte degli “ Amici del Sidamo” e
cerchiamo di accompagnare i più giovani in Italia alla scoperta del valore dell’
altruismo, servizio, fatica e lavoro, soprattutto nei periodi di vacanze, quando
invece i loro coetanei pensano solo a divertirsi, con la speranza di suscitare in
qualcuno di loro la voglia di spendersi per gli altri non solo qui in Italia, ma anche e
soprattutto in Etiopia, convinti, per averlo sperimentato personalmente, della
veridicità delle parole del Vangelo:
“Chiunque avrà lasciato tutto per causa mia riceverà il centuplo quaggiù…”

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